In una recente intervista, Marino Occhipinti ha chiesto perdono ai familiari della guardia giurata uccisa. [48] Personaggio che spiccava per la sua simpatia ed originalità. I tre furono finiti con un colpo alla nuca. La richiesta venne respinta il 3 dicembre 2014, dalla Corte d'Assise di Bologna. 15:58. Pochi minuti dopo a Trebbo di Reno la banda uccise Paride Pedini, che si era avvicinato alla Uno bianca appena abbandonata con le portiere aperte. «Hanno invitato anche me», ha raccontato Anthony Scaramucci, pittoresco Wall Streeter e direttore delle comunicazioni alla Casa Bianca per alcuni minuti. Il 23 ottobre 2010, Alberto Savi chiese di poter uscire dopo sedici anni scontati in carcere[57]. Diretto con maestria da un esperto del genere, il film tende un po' a calare verso la fine. Dopo averli affiancati, Roberto Savi esplose alcuni proiettili verso i militari, sul lato del conducente Otello Stefanini. Trova risultati che... Contengono tutte le parole o termini della mia ricerca; Contengono qualcuna delle parole o termini della mia ricerca; Trova risultati in... Corpo e titoli delle discussioni ; Solo nei titoli delle discussioni; Community Circoli Altro . In attività tra il 1987 e fino all'autunno del 1994, la banda commise centotrè azioni delittuose,[3] provocando la morte di ventiquattro persone ed il ferimento di altre centodue.[4]. Il 20 giugno 2018, il suo avvocato, Milena Micele, ha presentato in udienza la documentazione a favore della libertà, che comprende le relazioni sul suo lavoro svolto fuori e dentro il carcere con la cooperativa Giotto. Nessuno però, tra gli investigatori, collegò realmente Savi al fatto di sangue. Secondo l'edizione di un telegiornale andato in onda all'epoca su Raitre: «La scelta di Cesena quale teatro dell'ultimo delitto può non essere casuale. [12][13], Nel 1989 venne ucciso, durante una rapina ad un supermercato di Corticella, Adolfino Alessandri, pensionato di cinquantadue anni, che si trovò ad essere testimone oculare della rapina e venne di conseguenza crivellato di colpi. Il padre dei fratelli Savi, Giuliano Savi, si suicidò il 29 marzo 1998, ingoiando sette scatole di Tavor, dentro una Uno bianca, parcheggiata a Villa Verucchio, a tredici chilometri da Rimini[51]. Ne riscontrarono una vaga somiglianza e pertanto decisero di seguirlo. Il 24 settembre 2009, Fabio Savi, dopo circa un mese di sciopero della fame presso il carcere di Voghera, venne ricoverato all’ospedale della città, per motivi clinici. Ai tre argomenti in sostegno della verità processuale – li hanno arrestati, hanno confessato tutto, dopo non è accaduto più nulla – lei contrappone la “evidenza” dei Savi che invece si sono di fatto consegnati, e che hanno confessato più di ciò che avevano commesso. I componenti della banda vennero tutti arrestati alla fine del 1994 e successivamente condannati. Fratello minore di Roberto e Fabio. Dopo ventitré anni di carcere, ha beneficiato di un permesso premio nel febbraio 2017, per incontrare la madre ricoverata in gravissime condizioni di salute. ancora indizi verso la "Uno bianca", TROPPE SPIETATE ANALOGIE A BOLOGNA TORNA L'INCUBO DELLA 'UNO BIANCA', la banda della Uno bianca torna a colpire: ucciso un bancario, Uno bianca, Roberto Savi chiede la grazia, Uno Bianca: Savi in sciopero della fame, "la mia famiglia non deve pagare", Uno Bianca, Fabio Savi chiede lo sconto di pena, Uno Bianca, niente sconto di pena per Fabio Savi, Uno Bianca: Alberto Savi chiede perdono - Top News - ANSA.it, Resoconto stenografico della seduta n. 165 Legislatura 14º del 07/05/2002 della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, «Iniziò per scherzo, finì con 24 delitti», MIRRI GRAZIANO di Cesena (ucciso dai banditi della UNO BIANCA) cronache tg, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Banda_della_Uno_bianca&oldid=117991559, Errori del modulo citazione - citazioni con URL nudi, Errori del modulo citazione - date non combacianti, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Gossip Girl: che fine hanno fatto i protagonisti della serie? [33] Durante tale rapina una donna vide Roberto Savi fuori dall'armeria e fornì un identikit agli investigatori. Secondo il provvedimento del Tribunale di sorveglianza, il suo pentimento è autentico, ha rivisitato in modo critico il suo passato e non è socialmente pericoloso. Bianca: un carabiniere aiutò a uccidere 2 colleghi? Il 4 gennaio 2010, venne trasferito nel carcere di massima sicurezza di Spoleto. La motivazione dello sciopero sarebbe la richiesta da parte di Savi di essere trasferito in un carcere più vicino alla sua famiglia e la possibilità di lavorare per provvedere alla stessa[54]. In un'intervista riportata nel programma televisivo Blu notte - Misteri italiani di Carlo Lucarelli, un giornalista affermava che dietro la banda si celassero in realtà i servizi segreti. Anche lui poliziotto presso la squadra mobile di Bologna, al momento dell'arresto, avvenuto il 29 novembre 1994, era vice-sovrintendente della sezione narcotici della Squadra mobile. [15][16], Il 23 dicembre 1990 la banda aprì il fuoco contro le roulotte che componevano il campo nomadi di Bologna in via Quando nel 1987 iniziò l'attività criminale della banda, aveva trentatré anni e svolgeva la funzione di operatore in volante. Sconta l’ergastolo dal 26 novembre 1994. È tornato su Netflix Gossip Girl, amatissimo teen drama statunitense. A Bologna, in via Mazzini, il 15 gennaio venne ferito gravemente Giancarlo Armorati, pensionato, durante una rapina ad un ufficio postale che causò altri quarantacinque feriti. Fabio Savi – Dopo la condanna all’ergastolo, venne trasferito nel carcere di Sollicciano a Firenze, e in seguito in quello di Fossombrone a Pesaro. [1], Il nome deriva dal modello di automobile, la Fiat Uno, utilizzato in alcune delle loro azioni criminali, in quanto piuttosto facile da rubare e di difficile identificazione data l'estrema diffusione in quel periodo. Due poliziotti della Questura di Rimini, l'ispettore Luciano Baglioni e il sovrintendente Pietro Costanza, che avevano collaborato con l'appena disciolto pool di magistrati riminesi, chiesero alla procura che il lavoro del pool riminese non venisse perso ed avviarono delle indagini autonome, volte a scoprire i componenti della banda della Uno bianca[66] e, ottenuto il permesso dal procuratore di Rimini, cominciarono a dedicarsi praticamente a tempo pieno alle loro indagini, mettendo in atto appostamenti, ricerche, controlli agli istituti di credito rapinati e cercando di capire le modalità operative della banda. [46][64][65] Il pool, inizialmente non riuscì ad ottenere molto, solo la ricostruzione di un identikit di un bandito, registrato a volto scoperto durante la rapina in banca del 3 marzo 1994. Alla 26ª posizione dell'elenco compariva il nome di Roberto Savi che risultava possederne due, acquistati il 3 gennaio 1989 e il 27 dicembre 1990 (il secondo dunque, solo otto giorni prima della strage del Pilastro). GLI INFEDELI. Ci fu un evidente fraintendimento. La banda cominciò a compiere i suoi crimini dal 1987, dedicandosi nelle ore notturne alle rapine dei caselli autostradali lungo l'Autostrada A14. [19] La banda si trovava in quel luogo per caso, essendo diretta a San Lazzaro di Savena in cerca di un'auto da rubare. [48], I processi si conclusero il 6 marzo 1996, con la condanna all'ergastolo per i tre fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi e per Marino Occhipinti. Facebook is showing information to help you better understand the purpose of a Page. ... (Rossi Stuart) è l'unico veramente convinto che dietro la banda della Uno Bianca, che tra il 1987 e il 1994 seminò il terrore in Emilia Romagna, provocando 24 morti tra una rapina e l'altra, ci sia qualcosa di grosso. [35][36], Il 18 agosto 1991 vennero uccisi in un agguato, a San Mauro Mare, Ndiaj Malik e Babou Chejkh, due operai senegalesi, mentre un terzo, Madiaw Diaw, rimase ferito. Anche lui poliziotto, svolgeva la funzione di operatore radio nella questura di Bologna assieme all'amico Roberto Savi. La Uno bianca coinvolta nel massacro fu abbandonata a San Lazzaro di Savena nel parcheggio di via Gramsci ed incendiata; uno dei sedili era sporco del sangue di Roberto Savi, rimasto lievemente ferito all'addome durante il conflitto a fuoco. Baglioni e Costanza fecero poi una considerazione che si rivelerà fondamentale: i banditi conoscevano troppo bene le abitudini dei dipendenti delle banche assaltate; questo significava che svolgevano una puntigliosa opera di documentazione e di controllo prima di compiere la rapina. Dall'esame autoptico effettuato sul suo volto emersero fori di proiettili sparati dall'alto verso il basso. Il 19 giugno 1987 la banda mise a segno il primo colpo con una rapina al casello di Pesaro, consumata a bordo della Fiat Regata grigia di proprietà di Alberto Savi alla quale avevano apposto una targa falsa; il bottino ammontava a circa 1.300.000 lire. Uno bianca: l’intercettazione esclusiva sulla testimone chiave NICOLA BIANCHI. La strage rimase impunita per circa quattro anni. In una recente intervista, Marino Occhipinti chiese perdono ai familiari della guardia giurata uccisa. 1978-1994 il patto di sangue tra Stato, Mafia, P2 ed eversione nera" Savi, poiché l'arma non era conosciuta dalla polizia bolognese, per facilitare il lavoro della scientifica venne invitato a portare ai colleghi uno dei suoi fucili, egli perciò non potendo consegnare quello utilizzato durante la sparatoria sollecitò l'armeria per l'arrivo del secondo, insistendo molto con il negozio per averlo (telefonò quattro volte in tre giorni). [20] Nonostante le gravi ferite riportate, il militare cercò di fuggire, ma andò a sbattere contro dei cassonetti della spazzatura. A 20 anni dall’arresto di suo padre è finito in carcere anche lui. Credo solo che ci sia un pezzo di storia che deve essere riscritta perché la vicenda della Uno bianca è importante per l'Italia. [21], Il 20 aprile 1991 venne ucciso, a Borgo Panigale, Claudio Bonfiglioli, benzinaio di cinquanta anni, nel corso di una rapina. A questa operazione partecipò l'ispettore Baglioni, colui che nel 1994 con le proprie indagini avrebbe consentito di scoprire l'identità dei componenti della banda. Il 24 gennaio 1995 i Santagata e Medda furono dichiarati estranei ai fatti dalla corte di Assise di Bologna[29][30][31] poichè i veri assassini confessarono il delitto durante il processo. Venne scarcerato nel 2008, dopo quattordici anni di reclusione, grazie all’indulto e alla legge Gozzini. Poco dopo il duplice omicidio, l'auto della banda tagliò la strada ad una Fiat Ritmo con a bordo alcuni giovani, che inveirono contro il guidatore della Uno bianca per la manovra azzardata. Dal 2019, usufruisce di un permesso premio per le vacanze natalizie.[59]. Valerio intuisce che quegli individui non erano solo semplici estorsori ma degli uomini della banda della Uno bianca, che da qualche tempo terrorizza con delle rapine la zona di Bologna. Nato a Forlì, il 22 aprile 1960. La banda della Uno bianca fu un'organizzazione criminale operante in Italia, in particolare nella regione Emilia-Romagna, che tra il 1987 e il 1994 commise 103 crimini, soprattutto rapine a mano armata, provocando la morte di ventiquattro persone e il ferimento di altre centodue. Debole di carattere, subì la personalità più forte e dominante dei fratelli maggiori. Patteggiò tre anni e otto mesi in carcere, ed è attualmente un uomo libero, destituito dalla Polizia di Stato. Quelli della Uno bianca. Nato a Santa Sofia, il 25 febbraio 1965. Dalla lista stilata il 14 gennaio 1991, risultarono una trentina di individui. Marino Occhipinti è stato quindi scarcerato, il 2 luglio 2018. ha un rospo in gola: “Quando hanno arrestato Roberto Savi, Gugliotta mi ha detto: mi sento tradito due volte, come poliziotto e come amico”. Uno bianca, a 25 anni dalla cattura della banda che uccise 24 persone il caso ripercorso a Rimini da Lucarelli, Mancuso, Veltroni, Paci e Spataro [7], Il 30 gennaio 1988 venne ucciso, durante una rapina ad un supermercato, Giampiero Picello, guardia giurata in servizio a Rimini. Non partecipava mai alle azioni omicide del gruppo. Da quel giorno sono passati 30 anni, ma molti dubbi sono rimasti. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 14 gen 2021 alle 23:02. Il fatto di sangue fu rivendicato dal gruppo terroristico "Falange Armata". Il gruppo criminale si impossessò anche del foglio di servizio della pattuglia e si allontanò dal luogo del conflitto a fuoco. Il 3 agosto 2006, Roberto Savi fece richiesta di concessione del provvedimento di grazia, al tribunale di Bologna. 31. 301 people follow this. Debole di carattere, subì la personalità più forte e dominante dei fratelli maggiori. Il 24 settembre 2009, Fabio Savi, dopo circa un mese di sciopero della fame presso il carcere di Voghera, venne ricoverato all'ospedale della città, per motivi clinici. La banda sequestrò il giovane e lo trasportò in una zona isolata dove ebbe luogo una vera e propria esecuzione. Se sì perchè? Devi essere connesso per inviare un commento. Fabio Savi, uno dei componenti della banda, negò affermando: «Dietro la Uno bianca c'è soltanto la targa, i fanali e il paraurti. Roberto Savi fu, in ordine di tempo, il primo componente della banda ad essere arrestato, la sera del 21 novembre 1994, mentre si trovava in questura a Bologna. Poi ha preso una dose massiccia di sonnifero (nell’auto sono state ritrovate sette scatole di Tavor). Decisero quindi di comportarsi come loro, passando le loro giornate ad appostarsi davanti ad istituti di credito, ubicati nelle zone che i criminali preferivano colpire, in attesa di notare qualche persona sospetta. I processi si conclusero il 6 marzo 1996, con la condanna all’ergastolo per i tre fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi e per Marino Occhipinti. [70]», Cronologia delle principali azioni criminali, I presunti rapporti coi servizi segreti italiani, Banda della "Uno bianca", scarcerato l'ex poliziotto Marino Occhipinti, Uno bianca: si indaga su un ex carabiniere.

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